In questo capanno per la caccia ai margini della laguna della Pialassa Baiona, costruito nel 1810 da don Giuseppe Roncuzzi, detto don Masone, trovò riparo Giuseppe Garibaldi, in fuga da Roma dopo la caduta della Repubblica il 2 luglio del 1849.
Garibaldi arrivò in questo luogo il 7 giugno, da qui fu poi condotto a Savio, Ravenna e, percorrendo la via Ravegnana, giunse a Forlì, per poi passare con la guida di Don Giovanni Verità in Toscana e infine a Genova, sfuggendo agli austriaci.
Il capanno, gestito e custodito dal 1882 dalla Società Conservatrice del Capanno Garibaldi, venne distrutto da un incendio nel 1911 ma immediatamente ricostruito.La costruzione, fedelmente restaurata, ha un perimetro in muratura, il tetto molto inclinato e coperto di canne vallive, caratteristica di questi capanni.
Quattro lapidi murate all’esterno ricordano gli eventi risorgimentali della Trafila, ovvero la fuga di Garibaldi e dei suoi uomini per imbarcarsi in 250 su 13 bragozzi e raggiungere Venezia.
All’interno del capanno vi è la stanza del focolare e un locale più piccolo per il riparo degli animali.
Al secondo piano vi è un solaio dove si nascosero i garibaldini.
Qui, ancora oggi, sono conservati alcuni ricordi del loro passaggio, un busto e alcune immagini dell’Eroe dei Due Mondi.